Che cosa puoi trovare da Corpys?

Che cos’è la psicomotricità?

Che cosa è l’attività psicomotoria?

È un approccio che considera ogni persona che sia bambino che adolescente che adulto ed anziano con il proprio modo di esprimersi e supporta nella crescita considerando tutte le aree fondamentali dell’essere persona ossia motoria, cognitiva, affettivo-relazionale, sociale.

In una dimensione di “gioco,” in cui è possibile per ogni partecipante esprimersi liberamente e spontaneamente nel rispetto di sé e degli altri.

La sala appositamente attrezzata offre possibilità di gioco simbolico, sensomotorio, di costruzione, creazione e rappresentazione.

L’ambiente attiguo alla sala, fondamentale soprattutto per i bambini e le bambine offre la possibilità di mantenere con le modalità a lui appropriate e per il tempo necessario il legame di sicurezza con gli adulti che lo accompagnano.

I tempi costanti e cadenzati degli incontri: lo stesso giorno e la stessa ora, una volta alla settimana; i diversi momenti dell’attività diventano punti di riferimento stabili e organizzatori temporali dell’esperienza.

Ogni bambino e bambina riceve dall’adulto psicomotricista attenzione, accoglienza, ascolto, comprensione e il massimo rispetto per ciò che esprime e comunica.

Può contare sul suo aiuto ad affrontare le prime esperienze di gruppo e permettersi di sperimentarsi.

quali bambini possono fare psicomotricità?

Tutti i bambini e le bambine possono farla, è un accompagnamento al crescere per potersi sperimentare nella possibilità di decidere e di provare oltre che di sentire, riconoscere e vivere le proprie emozioni

Nessun bambino e nessuna bambina sono esclusi, anche se nel loro sviluppo hanno dovuto affrontare problemi di tipo fisico o psicologico che ne hanno condizionato il percorso di crescita oppure si trovano per qualche motivo in un momento di crisi e di difficoltà.

Perché la psicomotricità per gli adolescenti e gli adulti?

L’adolescenza è come terra di mezzo in cui corpo e mente assumono nuovi aspetti e aspettative, quel lido dell’infanzia si allontana e il mondo osservato e forse amato/odiato dell’adultità si avvicina.

L’adolescenza è il caos psicomotorio, il corpo cresce si modifica, si sviluppa, si trasforma, le conquiste, i desideri, i bisogni e forse anche le certezze dell’infanzia lasciano il posto al “ma io chi sono”?

Il corpo si trasforma spesso e non sempre in una pelle stretta che diventa una costrizione, è non sapere più nulla di sé stessi, non riconoscersi, ma se non si è più sé stessi chi si può essere? E soprattutto cosa si può diventare?

Questa distanza tra il corpo reale e il corpo immaginario crea una crepa che fa sentire il vuoto, che fa male perché fa sentire il dentro, il sé scoperto e nudo. Il corpo diventa la scena, lo spartito nel quale la difficoltà di riconoscersi nel corpo imperfetto può avere un luogo, può essere il palco su cui le emozioni insostenibili e incontrollabili possono rappresentarsi, si ha la messa in “mostra”; quando il controllo interno non riesce più a contenere le paure, le insicurezze e il vuoto, si tenta allora il controllo dall’esterno: il corpo oggetto da ingabbiare e che ingabbia.

L’approccio psicomotorio nell’adolescenza è forse proprio questo…trovare un modo per rispondere a questa domanda esistenziale, non più chi sono, ma chi mi sento di essere!

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